Hanno sollevato un polverone le parole del candidato del Movimento 5 Stelle Gianluigi Paragone sull’aeroporto di Malpensa. Come riportato questa mattina su Prealpina Paragone, durante una tappa del suo tour elettorale, si è riferito allo scalo del Varesotto come ad un aeroporto

“nato da un capriccio della politica secondo un modello industriale sbagliato e rimasto in piedi soltanto grazie alle low cost (…) il cui costo sta pagando il territorio in termini ambientali e di relazioni industriali”.

Parole che hanno attirato le critiche di Attilio Fontana, candidato presidente del centrodestra e politico di lungo corso della Lega, partito che ha seguito da vicino le vicende dell’aeroporto.

«Spiace constatare che Gianluigi Paragone si candidi in provincia di Varese ignorando completamente la storia e il presente di uno tra i suoi principali generatori di ricchezza e posti di lavoro – ha scritto Fontana in una nota -. Malpensa non nasce da un “capriccio della politica”. ma affonda le radici nella storia dell’aeronautica italiana, che ha nel Varesotto il suo più antico e rinomato distretto. Il primo volo intercontinentale a Malpensa è del 1950 e fu il primo collegamento tra Italia e New York».

«Malpensa – prosegue l’ex sindaco di Varese – ha incrementato il traffico passeggeri del 15% nel 2017 e il traffico merci, fondamentale per un territorio con forte vocazione all’export, rappresenta oltre il 50% del mercato italiano. Insieme ai nuovi collegamenti a lungo raggio annunciati costituiscono investimenti di milioni di euro capaci di creare migliaia di posti di lavoro. È triste e preoccupante che un candidato al Parlamento ignori completamente fatti così significativi. Il cenno quasi snobistico ai voli low cost dimostra inoltre l’estraneità del grillino Paragone a un mondo così importante per il territorio».

Dal canto suo Gianluigi Paragone ribadisce quanto detto: «le mie parole non sono un’opinione sono ormai storia – spiega il candidato M5s -. Nella padanizzazione del mondo dell’epoca la politica si era convinta che il modello industriale con il dualismo Roma – Milano potesse tenere. Ma si è rivelato sbagliato e dunque la sua nascita è stata un capriccio. Non sono io a dover ricordare tutto l’affare Alitalia».

Sulle low cost, invece, Paragone spiega: «sulla attualità dell’aeroporto, invece, c’è un problema legato al modello di business delle low cost, qui si è creato un modello che a me non piace e metto in discussione: la catena del lavoro delle cooperative, dei contratti naif ecc.».

Le critiche a Paragone sono arrivate però anche da altri due candidati leghisti. Il primo è Matteo Bianchi, segretario provinciale in corsa alla Camera dei deputati: “Ricordiamo come fu utile a Paragone Malpensa, al suo esordio televisivo, con la trasmissione Malpensa-Italia – sottolinea Bianchi – evidentemente quando una cosa non gli serve più, la butta via come uno straccio vecchio. Peccato che qui stiamo parlando dei posti di lavoro di madri e padri di famiglia, che devono arrivare a fine mese, perché non sono abituati ai compensi del mondo mediatico dal quale Paragone proviene”.

“Paragone – conclude invece il candidato leghista Giampiero Reguzzoni – è famoso per smentire subito dopo nei fatti quello che esterna. Se avrà la poltrona a Montecitorio sarà poi il primo a prendere l’aereo Alitalia per andare a Roma, visto l’annuncio fatto in questi giorni dalla compagnia aerea che già da aprile riaprirà la rotta Malpensa-Fiumicino, ritenendola redditizia e una sbaglio averla tagliata”.