«Della Lombardia se ne potranno occupare solo i lombardi. Non faremo più l’errore di delegare ad altri la difesa dei nostri interessi e dei nostri valori». Così Giulio Arrighini, candidato alla presidenza di Regione Lombardia per Grande Nord, ha lanciato ieri sera dal City Hotel di Varese la sfida del nuovo movimento che rappresenta «ormai l’unico vero interprete del pensiero autonomista e federalista» nelle regioni del Nord. Una sfida che, ammette il candidato presidente Giulio Arrighini, già deputato della Lega Nord tra il ‘92 e il ‘96, «ci fa rivivere il clima degli anni ‘90, proprio da Varese che fu la “culla” del movimento autonomista».

Arrighini è intervenuto come ospite speciale della serata di presentazione dei candidati di Grande Nord della provincia di Varese alle elezioni regionali e alle elezioni politiche.

«Delegare è un errore che abbiamo già fatto – le parole del candidato alla presidenza della Lombardia – non possiamo continuare ad affidare una potenza economica come la Lombardia a quelle forze politiche nazionali che hanno già fallito. Il Nord viene trattato come gallina uova d’ora, mucca da mungere, limone da spremere. È ora di dire basta e di far pesare la presenza del Nord sullo scacchiere politico con un vero sindacato del Nord, come fa la SVP in Sudtirolo».

Grande Nord correrà da solo sia alle regionali che alle politiche: «Ci siamo limitati ad occupare uno spazio politico che altri hanno lasciato libero – sottolinea Giulio Arrighini – se la Lega diventa nazionale, anzi nazionalista, e il suo segretario è candidato capolista a Cosenza, compie una scelta politica che non condividiamo ma che ci permette occupare uno spazio politico. Noi siamo l’unico vero interprete del pensiero autonomista e federalista, mentre nella coalizione di centrodestra, anche in Lombardia, tra Noi con l’Italia, Forza Italia e Fratelli d’Italia, c’è molta Italia ma poca Lombardia».

Con Arrighini candidato presidente, alle elezioni regionali correrà una lista provinciale di otto candidati, «una squadra di gente che lavora, prestata alla politica», con capolista Pierluigi Zeli, già direttore dell’Asl di Varese. In campo anche Luca Giorgetti (Varese), Dario Brunella (Besozzo), Luca Renna (Cassano Magnago), Raffaella Radaelli (Castellanza), Anna Ferrari (Busto Arsizio), Giorgia Baila (Gallarate) e Desirée Pagani (Uboldo). Tra i programmi per Varese, Arrighini annuncia l’intenzione di «abolire i pedaggi su tutte le tangenziali lombarde, a partire da quella di Varese, un inaccettabile balzello su chi tutti i giorni usa l’automobile per andare al lavoro».

Alle elezioni politiche invece, in attesa dell’esito del ricorso contro l’esclusione delle liste di Grande Nord al Senato per via di 44 certificati elettorali mancanti (i candidati “sub judice” sono Elisabetta Zenaldi di Gallarate nel collegio uninominale di Varese e Desirée Pagani nel collegio uninominale di Busto Arsizio-Como), sono confermati in corsa per la Camera dei Deputati: Maurizio Bernasconi di Morazzone nel collegio uninominale di Varese («se nella sua città-simbolo la Lega propone una candidata calabrese catapultata da Forza Italia (Giusy Versace, ndr) Grande Nord ce la può fare»), Alice Macchi di Gallarate nel collegio uninominale di Gallarate e Matteo Sommaruga, già assessore a Castellanza e consigliere provinciale, nel collegio uninominale di Busto Arsizio.