La storia dell’Argentina è un punto in comune importante per Vera Vigevani Jarach e Givago Cutillo.
La prima è nota al pubblico varesino per la sua drammatica testimonianza sul periodo della dittatura Videla. La novantenne giornalista italiana, scampata alla furia nazifascista, rifugiò con la famiglia nel paese latinoamericano. Sua figlia a 18 anni venne prelevata dalla guardia argentina e torturata e uccisa. Per anni fu una delle migliaia di persone desaparecidos.
Givago Cutillo è un giovane studente universitario di 22 anni, candidato alle elezioni regionali per il Movimento Cinque Stelle. Nato in Brasile, venne adottato da una famiglia argentina di origine italiana. Vive a Tradate dove ha frequentato il liceo Curie e proprio lì aveva conosciuto Vera.
La Madre de Plaza de Mayo è stata protagonista all’assemblea di istituto del Casula di Varese dove il sindaco Galimberti le ha consegnato una pergamena con i ringraziamenti della città.
“Dopo 5 anni, – interviene Givago Cutillo – l’ultima volta che l’avevo incontrata al Liceo Marie Curie di Tradate, la ritrovo forte, la solita guerriera, pure avendo ormai 90 anni. Ciò che mi unisce a lei è quella infausta pagina di storia argentina, quella della dittatura militare. Lei, madre di una desaparecida; io, figlio di due argentini che hanno vissuto gran parte della loro gioventù sotto quella criminale dittatura”.
Vera si è rivolta agli studenti come se fossero suoi figli. Racconta loro la storia di Franca, sua figlia, e fa una chiara panoramica su quello che accadde in quegli anni. Allora, dalla Memoria, la Madre si inoltra nel tema della Partecipazione. Ad ascoltare le sue parole si provano brividi ed un enorme senso di comunanza con sua figlia. Lei era una ribelle, una ragazza che faceva politica dentro e fuori da scuola perché pensava fosse il modo migliore di cambiare la società, le sue ingiustizie, le sue disuguaglianze.
“Sono intervenuto – prosegue il giovane studente candidato al Pirellone – ricordando l’importanza dell’istruzione ai ragazzi tramite una strofa di una vecchia canzone argentina: “Studiare era peccato, clandestino era sapere/ perché quando il popolo sa, non lo inganna un brigadiere”.
È incredibile il ponte empatico che Vera riesce a creare con gli studenti e l’entusiasmo che questi dimostrano alla fine dell’assemblea per salutare colei che il Dirigente Scolastico aveva definito all’inizio dell’incontro “la Storia in carne e ossa”. Le riflessioni che mi sorgono durante le due ore di ascolto sono molte, ma una in particolare è quella che mi affligge: quella sul voto. “I giovani sono oggi in Italia la categoria che più diserta le urne, – sono le riflessioni di Cutillo a margine dell’incontro pensando all’imminenza della scadenza elettorale – vittime di una formazione scolastica-culturale che della politica fa un tabù. Il voto, sinonimo di partecipazione, ricorda Vera, è nato dal sangue di molti che alla dittatura si sono opposti. Questo forse è il messaggio più importante che urge far arrivare ai ragazzi che oggi, per un motivo o per un altro, non riescono neanche a capire la responsabilità civica che instaura in loro il compimento del dicciottesimo anno di età ed il dovere etico e morale che questo costituisce”.
Chi è Givago Cutillo
Givago Cutillo è nato in una “piccola” città del Brasile, Teofilo Otoni, il 2 Marzo 1995. “Di quel che avvenne da quel giorno – racconta lui stesso – fino all’anno 2000 non posso raccontarti quasi nulla in quanto sono stato lasciato quando avevo poco più di due anni in un orfanotrofio. Nel 2000 venni adottato da una coppia di argentini che viveva in Italia già dagli anni ’80. Arrivato a Milano frequentai l’ultimo anno di asilo e le scuole elementari. Nel 2007 i miei genitori, entrambi professori, decisero di allontanarsi da Milano e si trasferirono a Tradate, dove ancora oggi vivo con la mia famiglia. Qui ho frequentato le scuole medie ed il liceo economico-sociale. Ora sono studente presso l’Università Statale di Milano di Scienze Internazionali e Istituzioni Europee.
Durante gli anni del Liceo ho creato un collettivo, all’epoca Collettivo Marie Curie, nel quale con un gruppo di ragazzi ho affrontato lotte su molte tematiche e un progetto di informazione e auto-informazione che abbiamo cercato di far valere nella realtà scolastica. Ho trovato la mia dimensione politica in cui militare solo con l’arrivo del Movimento 5 Stelle, movimento che mi ha attratto verso di sé sia per gli argomenti che sostiene, sia per la nuova idea di politica che propone. Oggi rappresenta per me la sola e unica soluzione per portare l’Italia, Paese umiliato da 30 anni di politiche sociali ed economiche scellerate, a risorgere. Questa convinzione diventa sempre più solida ogni volta che giro per i Paesi del mondo (il viaggio, un’altra mia passione ma anche necessità avendo la famiglia sparsa per il globo)”.