Riceviamo e pubblichiamo il comunicato di Luca Marsico riguardo alla situazione della Cava Cattaneo di Malnate.

Dal 1977 al 1998 la Cava è stata interessata da diversi episodi di conferimento abusivo di rifiuti.
Una serie di indagini svolte dagli Enti – Comune, Provincia, PMIP di Varese – hanno condotto alla redazione di un progetto di bonifica proposto dalla società Itinere che, come previsto dalle normative, contestualmente si assumeva l’onere della realizzazione in cambio di volumetria edificabile per poter rientrare dall’investimento e ottenere un profitto.

Nel 2007 Regione Lombardia, con il Decreto R.L. n. 484 del 23/01/2007, ha avviato la procedura amministrativa – di cui all’art. 242 del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. – in cui si vincolava Itinere al completamento della bonifica che doveva comprendere il riempimento, la modellazione morfologica dell’area e la piantumazione.

Per quanto riguarda il futuro dell’aera l’idea iniziale era la costruzione di palazzine (con Giunta centrosinistra), poi il centrodestra aveva trovato un compromesso con la proprietà al fine di realizzare una piscina ad uso pubblico con centro benessere e una piccola struttura ricettiva. Così si potevano concretizzare sia i desideri dei cittadini con la creazione di un luogo di aggregazione sia i desideri imprenditoriali della proprietà.

Grazie a Regione Lombardia, che ha introdotto norme innovative – L.R. 7/2012 e R.R. n. 2/2012 – che prevedono di riconoscere incentivi volumetrici alle proprietà non responsabili dell’inquinamento che si impegnano alla bonifica di siti contaminati, si poteva sperare in una soluzione felice dell’ex cava Cattaneo.
Ma, in controtendenza, la Giunta Astuti ha interrotto anni di trattative con la proprietà azzerando la volumetria dell’area ed immaginando altrove la costruzione della piscina senza però, in questo caso, ottenere alcun impegno concreto da altre società.

Con gli ultimi sviluppi la questione è ancora una ferita aperta.
L’ente responsabile della bonifica è fallito prima che l’iter fosse concluso e ora la questione sarà gestita dal Tribunale. Inevitabile l’allungamento dei tempi: per ottenere la “certificazione di avvenuta bonifica” saranno necessari mesi (novembre 2018) se non addirittura anni (almeno 5 secondo la procedura).
La Cava si presenta ancora in stato di abbandono, parzialmente scavata e preclusa al pubblico. La proprietà risulta essere un istituto di credito e secondo il PGT vigente l’area ha destinazione agricola quindi con un valore di mercato minimo.
È nell’interesse di tutte le parti in causa riqualificare un’area di dimensioni notevoli degradata e abbandonata.