«Idee a costo zero: è su questo che si fondano i 5 pilastri che la Coldiretti vi propone di realizzare una volta eletti. Questi punti vanno nella direzione di quella battaglia di civiltà che la nostra organizzazione intende portare avanti nei prossimi cinque anni, e che coinvolge non solo le imprese agricole ma anche tutti i cittadini, visto che il fine del nostro mondo è la produzione di cibo» a parlare è il direttore Raffaello Betti, che apre così i lavori del summit organizzato ieri sera da Coldiretti Varese, al City Hotel del capoluogo, con i candidati alle prossime elezioni.
Da sinistra a destra, infatti, l’associazione degli agricoltori ha chiamato a raccolta i principali esponenti politici della provincia di Varese per parlare di agricoltura. Presenti al convegno, a sottoscrivere il piano d’azione illustrato da Coldiretti, Samuele Astuti e Maria Chiara Gadda del Partito Democratico, Mario Bertana e Leonardo Balzarini di Liberi e Uguali, Stefano Candiani ed Emanuele Monti della Lega, Paolo Aliprandi e Giorgio Ginelli di Noi con L’Italia, Luca Marsico di Forza Italia, Niccolò Invidia e Roberto Cenci del Movimento Cinque Stelle.
«La logica dell’etichettatura è la madre delle battaglie della Coldiretti. Ed è una sfida in difesa delle produzioni agroalimentari Made in Italy, che portiamo avanti da anni ma che non è ancora definitivamente vinta» affronta il primo punto del “programma Coldiretti” Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese alla guida la delegazione di dirigenti dell’associazione degli agricoltori, composta da: il presidente di Campagna Amica Varese, Paolo Zanotti; Cristian Delmolino; Maria Mineo Soldavini delegata Coldiretti Donne Impresa; Francesco Riva; e il presidente di Terranostra Varese e vicepresidente di Terranostra Lombardia, Massimo Grignani.
«La nostra agricoltura ha bisogno di un’unica regia e un unico indirizzo per il cibo italiano, ed è per questo che il Paese neccessita di un “Ministero del Cibo” e “Assessorato al Cibo” in Regione, che possano racchiudere in un solo organo sia i produttori come i trasformatori, i distributori e le istanze dei consumatori» spiega Fiori nel sottolineare come «sia di primaria importanza, proprio per tutelare i consumatori, togliere il Segreto di Stato sulle importazioni agroalimentari in Italia».
«La nostra organizzazione — prosegue il direttore di Coldiretti Varese, Raffaello Betti — è convinta sostenitrice della necessità di diminuire il carico per le imprese agricole derivante da processi burocratici distorti che sono null’altro che un ulteriore aggravio alle imprese. Così come è importante tutelare le aziende virtuose e i consumatori adeguando la legge sui reati alimentari».
Sentito particolarmente dagli agricoltori in sala, il tema della fauna selvatica che negli ultimi anni sta causando non pochi problemi alle produzioni locali, conclude Fiori: «La fauna selvatica e in particolare il problema cinghiali sta flagellando i nostri campi, mettendo in serio pericolo non soltanto le coltivazioni ma anche la sopravvivenza delle aziende. Occorrono tempestivi interventi non solo per contenere ma per risolvere il problema che ormai da anni sta martoriando la nostra agricoltura».