Matteo Bianchi fa il tris: sindaco di Morazzone, segretario provinciale della Lega e ora anche onorevole. No all’immigrazione clandestina, sicurezza, protezione delle nostre aziende i suoi temi forti, ma c’è anche altro.

Perchè si è candidato alla camera a Gallarate?

“Morazzone è il collegio di Gallarate, a tanti sfugge ma è così. E’ il mio collegio naturale. Quando si è presentata l’opportunità ho chiesto di stare vicino al mio territorio”.

Rimarrà sindaco se sarà eletto?

“Sì, scado nella primavera del 2019. Ho fatto delle rinunce in passato. Nel 2013 Maroni mi chiese di candidarmi in consiglio regionale. Ero fresco di nomina da segretario e con delle condizioni favorevoli. Avrei avuto la possibilità ma dissi di no perchè il ruolo era incompatible e mi sembrava poco serio per i miei elettori dimettermi da sindaco. Alla fine la Lega mi candidò alla camera in un posto di rincalzo e non fui eletto. Lo ricordo con soddisfazione perchè questa coerenza pagò e nel 2014 fummo eletti a Morazzone con il 77% dei voti”.

Che farete?

“Ho ancora due obiettivo importanti da sindaco tra cui i lavori di Villa Macchi, il bene Fai regolato da un accordo di programma”.

Deputato e sindaco, gioverà al territorio?

“Non ho la presunzione di sapere cosa faccia un onorevole. Sono un uomo di territorio che conosce bene le autonomie locali e il ruolo di amministratore. In tanti, soprattutto al sud hanno fatto lobby territoriale. Dobbiamo saperla fare anche noi”.

Ma intanto voi non siete più la Lega Nord, non le dispiace?

“La Lega si presenta ovunque, oggi ci vuole nome che vada bene fino allo stretto di Messina. Noi leghisti del nord abbiamo una sensibilità spiccata sul tema delle autonomie, forse più di un elettore leghista in Toscana e Umbria, questo non verrà mai meno”.

Ma che ci fa la Lega al sud?

“E’ decisiva. Salvini sta facendo una campagna capillare in meridione. Non a caso. In Lombardia e Veneto siamo già molto forti. Al sud siamo in bilico tra centrodestra e Cinquestelle. La gente deve sapere che un elettore che vota Grillo in buona fede contro l’establishment, in realtà, favorisce una tripartizione del parlamento che rimette il pallino in mano al presidente della repubblica. Di fronte  a una maggioranza non chiara, Mattarella cercherà di crearne una all’interno del palazzo con degli intrugli di potere. Per questo Salvini sta tentando di arginare l’avanzata grillina. Al centrodestra manca poco, 15 o 20 seggi”.

Ma voi ci stareste con i cinque stelle?

“La vedo improbabile se non impossibile. I loro programmi sono differenti. Noi siamo per l’autonomia, la tradizione e l’antistatalismo. I cinquestelle hanno un programma che parla poco di tradizione, e sono statalisti, come dimostra il reddito di cittadinanza. Non abbiamo nessun tipo di compatibilità. L’unica cosa che ci accomuna è essere contro una maggioranza creata all’interno del palazzo, perchè noi vogliamo una maggioranza chiara”.

C’è competizione con Forza italia?

“Si, è una sana competizione, che deve portare a un centrodestra forte, con una Lega che sia il primo partito della coalizione: affinché la coalizione non prenda una deriva verso maggioranze alternative anche in futuro. I parlamentari della Lega sono quelli più fedeli al loro vincolo di mandato e non cambiano quasi mai casacca”.

Come spiega questa fedeltà?

“La storia insegna che se esci dalla Lega, non hai nessuno sbocco politico. Tutti quelli che ci hanno provato si sono schiantati contro un muro. Le candidature sono di gente con un certo curriculum, ponderato, abbiamo avuto alcune disavventure, ma negli ultimi anni no”.

Però qualche direttore della Padania ha cambiato la sua casacca….

“Beh è una cosa che ci ha lasciato l’amaro in bocca, almeno non sputasse nel piatto dove ha mangiato fino all’altro ieri”.

Parla di Paragone, candidato a Varese per il cinquestelle?

“Certamente”.

Resterà segretario provinciale?

“Lo deciderà il segretario della Lega Lombarda Grimoldi, dopo le elezioni. Potrei smettere da subito, o portare il partito all’estate per le amministrative. In ogni caso scade a settembre il mio mandato”.

Che succede dopo il 5 marzo?

“Noi tentiamo di portare il centrodestra ad avere la maggioranza assoluta: tutelerebbe tutti, la coalizione, la Lega e i cittadini. Non dovesse esserci una maggioranza di centrodestra, bisognerà capire cosa vuole fare Mattarella. Darà l’incarico ai cinquestelle come primo partito per coinvolgerli negli intrugli di palazzo, o lo darò al centrodestra anche se gli mancano 10 seggi per cercare di capire se ci sono le condizioni di formare un governo?”

La Lega in futuro sarà un partito conservatore italiano o l’alfiere della autonomia del nord?

“La Lega sarà un partito nazionale, perchè è giusto che chi crede nel messaggio di Salvini debba poterlo votare, l’obiettivo è tentare di trasmettere l’autonomismo anche al sud. Già Bossi lo fece nell’85 quando creò la Lega italiana federale, naufragò perché non c’erano i tempi giusti. Ma responsabilizzare tutte le regioni rimane la nostra idea, in un quadro di valori conservatori e della tradizione che stanno contraddistinguendo la Lega”.