Volata finale del centro sinistra alle elezioni regionali, e l’entusiasmo è palpabile alla sala convegni del centro De Filippi di Varese, dove Giorgio Gori viene accolto da una autentica ovazione, circondato da militanti del centro sinistra, del PD, delle liste collegate, candidati, ma anche tanta gente comune. Un applauso interminabile e scrosciante, la sensazione di poter scalfire per una volta il dominio incontrastato, dopo 23 anni, del centro destra in regione Lombardia, anche se i sondaggi lo danno indietro. C’è tutta la classe dirigente provinciale del Pd nelle prime file, il Programma della  coalizione è stato lasciato ordinatamente su ognuna delle seggiole della sala convegni, musica rilassante prima dell’inizio e si comincia. Almeno seicento persone in sala.

La regìa proietta un corto sul viaggio di Gori per la Lombardia e il testo è letto da Lella Costa. Chiede un applauso alla squadra che lo ha accompagnato nel suo viaggio e chiarisce: “Abbiamo girato molto perchè avevamo bisogno di parlare con quelli che non erano già convinti. La verità è che siamo andati nelle valli, pianure e campagne, luoghi dove prima non andavamo. E’ vero che ho scelto di andare meno in tv ma perchè ho creduto fosse meglio andare a parlare con le persone”.

”Ho visto cambiare l’aria in questi giorni, ho percepito che la gente cominciava a crederci” sottolinea Gori. Ma “abbiamo fatto proposte credibili senza bugie e questo oggi dev’essere un valore. Noi abbiamo pensato fosse giusto andare in un’altra direzione da quella delle grandi promesse senza fondamento”.

”Questa regione è meravigliosa – aggiunge – ha una storia e una cultura del fare che va avanti da secoli”. Gori recupera l’idea formigoniana di sussidiarietà, che seppur nata in un’altra stagione “io sposo totalmente”.

Inoltre Gori indugia ancora sul discorso che ha portato sui palchi in tutta la campagna elettorale, basata sull’idea che la LOmbardia debba fare meglio per le sue imprese ma anche per combattere la povertà, confrontandosi con l’Europa, paragonandosi alle regioni come Lione o Stoccarda. “Fare meglio è quello che siamo, persone operose e concrete”.

E poi il futuro: con l’abbattimento dell’inquinamento, l’inclusione sociale e l’idea che “vogliamo essere i migliori per aiutare il nostro paese”. Secondo Gori inoltre la parola “Europa” è l’unica che oggi scaldi il cuore di un ragazzo; confessa che questa cosa lo emoziona.

”Dobbiamo tenere insieme sviluppo e coesione sociale, oltre che guardare all’efficienza con servizi adeguati” e si passa così al welfare.

Sulla sanità attacca Maroni perchè la medicina di prossimità non è partita e gli ospedali sono presi d’assalto. Gori difende il servizio sanitario universalistico, tocca il tema dei pendolari e afferma che “Trenord è allo sbando”.

Infine un giudizio sulla Lega e Fontana: “Questa Lega è diversa da quella del territorio, è di estrema destra, e Attilio Fontana è pilotato dagli uomini di Salvini”.


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