Un ospedale di periferia ma completo di tutto, oppure un presidio che graviti per le urgenze su Varese?
Un presidio da potenziare o con le dotazioni presenti che tutto sommato possono andare bene per come sono ora?
Queste le domande attorno alle quali si è dibattuto sul futuro dell’ospedale di Luino nell’incontro avvenuto lunedì sera alla colonia elioterapica di Germignaga che ha visto presenti dieci candidati alle pessime elezioni regionali oltre ad un centinaio di persone fra il pubblico.

«Un fatto certamente positivo, sebbene mi sarei aspettato una maggior presenza dei medici di base», ha spiegato Sergio Moalli, presidente del Comitato per l’ospedale di Luino che ha tratto un bilancio della serata.
Erano presenti: Roberto Cenci (Movimento Cinque Stelle), Giogio Ginelli (Noi con l’Italia), Luigi Luce (Liberi e Uguali), Emanuele Monti (Lega), Luca Paris (Partito democratico), Andrea Pellicini (Fratelli d’Italia e sindaco di Luino), Genny Santi (Lista Fontana), Laura Tamborini (Obiettivo Lombardia, lista che sostiene Giorgio Gori), Gunnar Vincenzi (Lista Gori Presidente) Donatella Fraschini (Forza Italia).

Due le domande per ogni candidato sull’ospedale di Luino: come lo vedono ora, e come vedono le dotazioni del presidio.
 «Le risposte dei candidati hanno dimostrato serietà e impegno – ha spiegato Moalli – sia per il fatto che sono venuti tutti in una serata di maltempo, sia per quanto è stato detto. Hanno dato dimostrazione di conoscere il problema e di volerlo approfondire».

Due, secondo Moalli, le visoni emerse che partono da una considerazione di fondo: «l’ospedale è importante per il territorio sebbene una visione propenda per una struttura periferica più dipendente da Varese, mentre l’altra riguarda la richiesta di maggiori dotazioni».

Le conclusioni di Moalli sono state che per il Comitato la situazione disagiata in cui si trovano alcuni cittadini che abitano in questa zona (è sufficiente fare la strada per arrivare da Varese a qui) l’ospedale di Luino «deve avere una consistenza a sé stante per quanto riguarda il pronto soccorso, perché ne va della salute delle persone. Siamo d’accordo che debbono esserci delle strutture con un secondo livello, come Varese, ma Luino deve essere in grado di dare una risposta completa e immediata», ha specificato Moalli, nel 2000 primario a Luino di ortopedia e traumatologia, in pensione nel 2010 e che è alla guida di un gruppo di sostenitori della struttura luinese in grado di raccogliere 8000 firme certificate, e inviate nel 2016 in Regione a sostegno della struttura.


Lo stesso Moalli ha poi chiarito i punti su cui il Comitato insiste: «Un più stretto rapporto con l’Università e la creazione di un’”area rossa” per pronto soccorso, attività chirurgica e cardiaca capace di stabilizzare il paziente altamente critico», soprattutto alla luce dell’assenza della rianimazione, che a Luino manca dal 2004.

«L’amministrazione dell’ospedale da cui dipende anche Luino ha condiviso il nostro punto di vista e l’arrivo dell’ultimo primario di medicina (Francesco Dentali) conferma che si sta creando una medicina utile al territorio. Occorre grande vicinanza con l’Università: il nuovo primario ci porta due specializzandi e non possiamo farne a meno in questa fase che sta traversando la medicina moderna».