Ha scelto di impegnarsi in prima persona in politica ma non certo passando dalla porta preferenziale: Vincenzo Salvatore, professore universitario e studioso di diritto dell’Unione Europea, è il volto scelto dalla coalizione del centrosinistra per il seggio uninominale per la Camera di Varese.

Una candidatura civica in un posto considerato molto difficile ma questo a lui non interessa: «è un’occasione straordinaria per girare il territorio e mettere a disposizione il mio impegno e le mie competenze. Abbiamo bisogno di passione, entusiasmo e condivisione della politica per contrastare l’individualismo e chi crede che impegnarsi per gli altri sia una perdita di tempo».

Per il docente Salvatore questa è la prima esperienza di politica diretta, se escludiamo un impegno nel consiglio comunale varesino negli anni ‘90, ma non è la prima battaglia che porta avanti. Di recente si è impegnato in prima persona per il Sì al referendum costituzionale dello scorso dicembre («sostenevo un sistema elettorale in grado di dare un po’ più di certezze») e per la candidatura europea di Milano come sede dell’Agenzia del farmaco.

Professore cosa ne pensa di questa campagna elettorale e come sta andando?

Purtroppo oggi andiamo alle urne con una legge elettorale complessa e che anche nei suoi aspetti positivi non viene valorizzata. Ad esempio il collegio uninominale, che è quello dove mi candido io, potrebbe essere molto più valorizzato. Li si elegge il candidato del territorio, il rappresentante delle sue istanze e la persona che dovrà rendere conto ai cittadini, mi sarei aspettato un maggior confronto fra i candidati e invece molti non hanno fatto neanche campagna elettorale. Detto questo, io sono fra coloro che avrebbero preferito un doppio turno per dare maggiore chiarezza la sistema elettorale. Noi viviamo in uno stato che ha una costituzione bellissima e di grande valore ma che è stata fatta troppi anni fa. Lo stato è una macchina che ha bisogno di fare dei tagliandi, soprattutto sulle norme che ne disciplinano il funzionamento.

La sua è una candidatura civica, cosa pensa di poter portare alla politica?

Io ho sempre avuto due grandi passioni: per l’Europa e per l’insegnamento ai giovani. Da 25 anni insegno diritto dell’Unione Europea e credo che il processo europeo sia uno dei più grandi successi della storia recente. È l’unico tema che può aggregare l’attenzione dei giovani perché sono loro che oggi beneficiano dei suoi effetti: ieri per andare a Londra si spendevano oltre 700mila lire, oggi servono 40 euro; oggi si girano i paesi europei liberamente, con una moneta unica, senza cambiare gestore telefonico, oggi si va in Erasmus. Questi pochi esempi non sono cose sbocciate all’improvviso, sono dei risultati frutto di battaglie e ideali importanti. L’altra mia passione è l’insegnamento ai giovani. Il mio compito è sempre stato quello trasmettere competenze e suscitare passione per le mie materie. Oggi abbiamo bisogno di giovanni appassionati per contrastare il crescente astensionismo al quale stiamo assistendo. Serve attenzione critica sui temi comuni, capacità da cittadini di esercitare sorveglianza e reazione rispetto alle ingiustizie. E io porto il mio impegno a saper ascoltare, recepire, e rappresentare le esigenze di chi vive in questo territorio.

In questi giorni di campagna elettorale sta girando molto il territorio, su quali temi ha percepito dei bisogni di cambiamento?

Io il territorio lo conosco bene perché sono nato e cresciuto qui ma in questi giorni sto approfondendo ulteriormente alcuni aspetti. Uno di questi riguarda i temi della salute. Oggi non possiamo tollerare che esistano discriminazioni nel trattamento tra chi ha risrse e chi non ne ha, non possiamo avere un sistema sanitario così avanzato che però è in grado di dare risposte velocemente a chi ha i soldi per poterselo permettere e lunghe liste d’attesa agli altri. Anche qui a Varese serve una maggiore pianificazione dei servizi ospedalieri coordinata con i centri poliambulatoriali diffusi sul territorio. Penso al modello emiliano delle case della salute: luoghi vicini al cittadino che possono dare le prime risposte in caso di bisogno.

Questo è anche un territorio fortunatamente ancora molto verde, come pensa che vada valorizzato?

Vicino a noi abbiamo la fortuna di avere parchi, laghi e splendide località che oggi hanno anche una capacità di attrazione turistica. Ma l’ambiente è un bene che rischia di essere aggredito dal fattore umano, vanno incentivati comportamenti responsabili e virtuosi cose come la mobilità sostenibile e condivisa. Noi su questo territorio da un lato abbiamo beneficiato della realizzazione di grandi infrastrutture, penso all’Arcisate-Stabio ad esempio, ma a fronte di questo abbiamo servizi ferroviari non comparabili e lo dico pensando alla complessità che affronta chi deve andare da Luino a Milano in treno. Dobbiamo lavorare ancora molto.

Il tema del lavoro è stato sicuramente al centro di molti problemi negli ultimi anni

Il nostro territorio ha visto negli anni chiudere e delocalizzare aziende importanti che erano un grosso polo di offerta e impiego. È successo alla Whirlpool ad esempio. Questi fenomeni richiedono un’attenzione che deve riguardare anche la riqualificazione professionale delle persone che ne sono coinvolte e ancora una volta in questo l’Europa deve essere d’aiuto attraverso ad esempio il fondo sociale europeo. L’europa ha strumenti per promuovere nuovi posti di lavoro, dobbiamo impegnarci affinché vengano utilizzati, contrastando magari anche alcuni fenomeni come di concorrenza sleale tra stati come è successo con Embraco e tutta la vicenda per la quale si è battuto il ministro Calenda.

Lei fa spesso cenni sulle battaglie di Calenda, è una persona che stima?

Molto. Porta avanti battaglie che condivido, anche per quanto riguarda la mia professione. Ad esempio anche io sono convinto che bisogna investire molto sulla formazione universitaria ma che contemporaneamente c’è un grande bisogno di investire sulla formazione professionale. È così che si avvicinano i mondi di chi cerca lavoro e di chi, da imprenditore, cerca figure professionali qualificate. Calenda in queste cose è molto diretto. Io sono convinto che la politica debba essere diretta e avere il coraggio dire la verità senza bluff.