Domani, giovedì 17 maggio, l’ultimo Consiglio comunale, che approverà il consuntivo 2017, poi per il sindaco Ambrogio Crespi si chiuderà il mandato che da cinque anni lo vede al governo di Venegono Superiore.

Tempo di bilanci dunque per il 77enne che dopo un quinquennio non certo tranquillo (nel corso del mandato sono stati surrogati tre consiglieri a seguito di una dimissione e due decessi. Inoltre sono stati sostituiti due assessori a seguito di revoca) è pronto a rimettersi in gioco per  il secondo mandato.

«E’ stato un mandato caratterizzato da tanto lavoro, sicuramente impegnativo, ma lascio il Comune soddisfatto di quanto abbiamo realizzato, in termini di opere e di risanamento della situazione finanziaria dell’ente».

QUI la relazione di fine mandato

Crespi ci tiene molto a partire dalle opere pubbliche, «perché – spiega – sono convinto che nei comuni la politica vada lasciata da parte il più possibile, per concentrarsi sulle cose da fare e sui miglioramenti concreti per la comunità».

E dunque, partendo dalle opere Crespi sottolinea gli interventi su strade e viabilità, dove si sono realizzate diverse opere attese da anni: «Partirei dall’ultima opera inaugurata domenica, il sottopasso su via Battisti, un’opera realizzata da Ferrovie Nord, ma che ha richiesto un grande impegno per il Comune, perché si è dovuta realizzare prima la rotatoria sulla Varesina, senza la quale sarebbe stato impensabile riversare il traffico canalizzato dalla nuova viabilità. Inoltre è stata allargata la strada che porta alla caserma della Guardia di Finanza, dove si innesta il sottopasso, ed è stata realizzata la rotatoria che abbiamo intitolato al Conte Caproni. Restando in tema di viabilità abbiamo completamente riasfaltato via Kennedy, a Piambosco, fino al ristorante Cenacolo, intervento concluso proprio due settimane fa, e abbiamo sistemato diversi marciapiedi».

Ma non si è lavorato solo sulle strade: «Abbiamo investito molto sulle strutture a servzio della cittadinanza, dal rifacimento dei tetti della scuola elementare alla realizzazione di 250 nuovi loculi al cimitero, fino all’importante intervento sul Centro sportivo realizzato grazie alla collaborazione tra il Comune e l’azienda Lo Scoiattolo, sponsor della Varesina, che ci ha permesso di sostituire gli impianti di riscldamento ed acqua calda, mettere il “cappotto” all’edificio e sostituire tutti i serramenti, lavoro che inizierà a fine maggio, portando anche ad un risparmio energetico non indifferente. Infine il capitolo sicurezza, con l’installazione di una ventina di videocamere che controllano i punti principali del paese ».

Tra le soddisfazioni di Crespi, anche la questione aperta da tempo delle case di via Garibaldi: «Abbiamo trovato un accordo che consentirà di sanare quella situazione, ottenendo anche la realizzazione di 15 posti auto che permetteranno di togliere le auto davanti al portico si Santa Maria, un gioiello del nostro paese che va valorizzato».

Un capitolo a parte lo dedica alla Biblioteca: «Abbiamo investito molto sulla riorganizzazione della biblioteca comunale, che dopo l’acquisizione del Fondo Sclavi è diventata sempre più un punto di riferimento a livello provinciale e non solo. Proprio per la valorizzazione dell’importante fondo donato da Tiziano Sclavi abbiamo realizzato uno spazio dedicato. Inoltre si è investto sull’acquisto di libri e su iniziative culturali di alto livello, come la “Settimana in giallo” che ha portato a Venegono Superiore personaggi di rilievo nazionale».

Nell’elenco delle cose fatte un unico rimpianto: «Non siamo riusciti a concludere entro il mandato la nuova piattaforma ecologica. Il trasferimento dalla vecchia collocazione è necessario per la vicinanza della vecchia piattaforma alle abitazioni, ma nel posto individuato, nella zona della caserma della Guardia di Finanza, si sono dovuti affrontare e risolvere una serie di problemi legati alla vicinanza dell’aeroporto e della ferrovia e dunque si sono accumulati ritardi che non ci hanno permesso di arrivare a vedere conclusa quest’opera».

Nella filosofia di Crespi, oltre ad una “politica del fare”, una gestione finanziaria del Comune dove pubblico e privato trovano punti di incontro: «Abbiamo ereditato dalla precedente amministrazione un bilancio che per due anni è stato fuori dai parametri del Patto di stabilità, ma siamo riusciti a risanare la situazione finanziaria e tutte le opere eseguite sono state portate a compimento con fondi propri, senza fare debiti. Questo anche portando un po’ di privato nella gestione pubblica, ovvero creando le condizioni per attivare risorse da altri soggetti. Risorse che ci hanno permesso di investire, nel complesso, quasi sei milioni di euro».