Tre punti fondamentali, su tre materie diverse. E tre punti anche con scelte dichiarate in modo chiaro. È da qui che parte la sfida di Grande Nord con Modesto Verderio, che punta a dimostrare su questo la sua diversità dalla ex maggioranza di centrodestra e dalla ex opposizione, oggi Uniti e Liberi.

«Perché la gente deve tornare a votare le stesse forze politiche che hanno creato il disastro?» dice parlando del centrodestra e di quanto emerso nel 2017. Quando all’opposizione, «si è messa insieme in una lista civica, che di civico ha poco, con un ex assessore di centrodestra e un pezzo di Sinistra».

Quali sono i punti qualificanti? Il primo è l’idea di recuperare il Campo della Promessa, la grande area militare dismessa dove vorrebbe mettere funzioni sportive e culturali. Sportive? Eh sì, perché in a questa proposta Grande Nord inserisce discontinuità rispetto a uno dei grandi moloch della politica lonatese: la programmazione del Centro Sportivo da realizzare tra Sant’Antonino e Lonate, su cui Grande Nord dice un No chiaro. «Non abbiamo interessi a livello di edilizia ed aree» dice Verderio. «Non a caso siamo contro centro sportivo atteso da anni e mai realizzato». E su cui ora centrodestra e Uniti e Liberi invece sono convinti di dover procedere.

Certo, il recupero «della Promessa» è cosa complessa, da attuare «in accordo con Comuni confinanti, la Città Metropolitana di Milano, la Provincia di Varese, la Regione Lombardia»

Altro punto del programma, il rilancio del centro di Lonate, «che oggi è un mortorio». Come? «Pensiamo di dare incentivi a giovani che vogliono aprire» dice Verderio, che cita la «defiscalizzazione per quanto riguarda il Comune». Segnale di discontinuità in particolare rispetto alle politiche passate del centrodestra: «Come Lega vent’anni fa contestavamo il centrodestra di allora che autorizzava i supermercati che avrebbero spopolato il centro, è andata proprio così»

Terzo punto: i richidenti asilo, i profughi su cui Grande Nord si è incuneata nel dibattito lonatese con una raccolta firme, su un tema «su cui c’era un silenzio assordante, della maggioranza e dell’opposizione». Obbiettivo di oggi: fare argine e non superare i numeri attuali («38, mentre secondo i numeri del governo dovevano essere al massimo 36»).
La posizione di Grande Nord è particolare: guardano a destra, ma pronti a collaborare a un progetto Sprar (gestione della partita direttamente in mano al Comune), se serve a fare appunto da argine all’insediarsi di altre cooperative e altre società private che portino altri profughi. «Questi 38 sono più che sufficienti, per noi lo Sprar c’è già, nei fatti» dice Paolo Tiziani, spalla di Verderio insieme ad Alessandra Russo. «Noi siamo favorevoli a uno Sprar, ma il numero già superato (secondo calcoli dovrebbero essere 36)

Fin qui i tre punti fondamentali del programma (disponibile integrale sulla pagina Facebook di Grande Nord, ricordano). Per il resto Verderio e i suoi promettono presenza costante. Prendete il depuratore, dice: «io ho fatto anni nella gestione, quando ero stato nominato amministratore in sei mesi siamo riusciti a renderlo aperto al pubblico, con 2000 visite scolastiche, raduno di auto storiche. Oggi ci troviamo con un comitato cittadino sorto per i problemi, abbiamo firmato anche noi: vuol dire che la gestione di Prealpi Servizi – guidata da Filoni, di Forza Italia – probabilmente ha qualche problema». Cioè?: «Non lo vive, non lo controlla. Io andavo tutti i giorni e se c’era un problema risolvevo subito».

Tiziani ricorda invece la necessità di trasparenza: «Se ne riempivano tutti la bocca, ma io sono anni che batto per avere una pagina Facebook ufficiali». Mentre dietro alla trasparenza di facciata avveniva ben altro «gli assessori poi hanno parlato di “fulmine a ciel sereno”, quello dell’opposizione si occupavano di sciocchezze». Insomma: Grande Nord dice di essere unica alternativa, in particolare «alle speculazioni». E chissà che con la discontinuità non raccolga qualche elettore smarrito. Verderio strizza l’occhio a chi viene tagliato fuori da una rappresentanza in queste elezioni lonatesi, l’area del Pd e dei 5 stelle. («La loro assenza mi rattrista perché avevano avuto risultato significativo e a livello Democratico». Curioso, tra i pochi “esterni”, alla conferenza stampa di presentazione, c’era Donato Brognara, volto storico della sinistra. Che non ha fatto mistero di apprezzare l’intenzione di «fare tabula rasa sulle speculazioni».