Sui migranti si accende la polemica nella campagna elettorale lonatese.
Il centrodestra va all’attacco della lista  civica Uniti e Liberi, accusata di voler portare nuovi migranti attraverso l’attivazione di un progetto Sprar. Secondo la lista a sostegno di Angelino la scelta è frutto della «mentalità della peggior sinistra che nei migranti vede un business per creare posti di lavoro pubblici in favore dei soliti amici».

«Mentendo sapendo di mentire (alla faccia della trasparenza) Nadia Rosa ha anche affermato che questo eviterebbe l’assegnazione di ulteriori migranti sul nostro territorio tramite CAS ossia Centri d’accoglienza straordinaria. Questo è assolutamente falso, basta guardare infatti alla vicina Samarate dove coesistono Sprar e Cas» spiega il centrodestra (a Samarate alloggia una famiglia, nucleo satellite del progetto di cui è titolare Malnate, gestito dalla cooperativa Intrecci, legata alla chiesa cattolica).

«A nostro avviso il nostro territorio ha già dato in termini di accoglienza, raggiungendo il numero massimo di assegnazioni imposto dalla legge (come riconosciuto dal Prefetto durante l’incontro con la delegazione del centro destra dello scorso settembre). Quindi un fermo NO ad ulteriori assegnazioni o nuove strutture. Per i migranti già presenti serve poi un’integrazione fattiva che metta in grado di conoscere e rispettare le nostre leggi e tradizioni, permettendogli d’impegnarsi in lavori socialmente utili, che migliorino il nostro territorio, ma mettano anche loro in grado di vivere con maggiore dignità rispetto al restare in giro a zonzo tutto il giorno o peggio essere “manodopera a basso costo” per attività illecite».

Al contrario Uniti e Liberi ribadisce le sue ragioni: lo Sprar è «l’unico modo per impedire l’arrivo indefinito, incontrollabile e socialmente insostenibile di richiedenti asilo è l’attivazione dello SPRAR, l’unico sistema che pone una garanzia di tetto massimo». Perché? «Nei comuni che hanno aderito allo SPRAR, il prefetto non può aprire dei CAS a suo piacimento (si veda qui qui e la Direttiva Ministeriale dell’11 ottobre 2016 qui), e il flusso risulta essere regolato dal vincolo dei 3 ogni 1000 rifugiato/abitanti.  L’accordo prevede che l’accoglienza dei richiedenti asilo vada dirottata su quei territori che non fanno accoglienza, cioè che non hanno aderito al sistema SPRAR. Se un Comune entra in un progetto SPRAR, non è obbligato ad accogliere anche un centro di accoglienza straordinaria (CAS)».

Conclude Uniti e Liberi: «Noi vogliamo dare risposte serie e concrete e non solo parlare per slogan elettorali. La dimostrazione del fatto che lo SPRAR sia l’unica scelta concreta e utile è che anche il Grande Nord, da sempre su posizioni più accese a difesa dell’identità, abbia oggi inserito nel suo programma elettorale l’adesione al progetto Sprar» (Modesto Verderio, da destra, ha infatti confermato la sua idea in merito fin dal lancio della lista).