Una storia amministrativa in paese, una lunga militanza nel centrodestra (ora in Fratelli d’Italia), una lista civica – Gente di Jerago con Orago – che raccoglie sensibilità diverse al suo interno. Sono i tre cardini, dal punto di vista politico, della candidatura di Salvatore Marino. Caporeparto in una officina del paese («vivo in paese, lo vivo ogni giorno»), ha una storia che solo di recente si è separata dalla squadra che ha governato Jerago con Orago: «La mia candidatura nasce dopo la rottura con Giorgio Ginelli. È un po’ l’approdo di uno una lunga esperienza proprio qui a Jerago, da consigliere a capogruppo di maggioranza, a vicepresidente della tutela Arno Rile Tenore. Fino a ruolo di assessore ricoperto per quattro anni e mezzo, fino alla rottura con Ginelli, non voluta da me».

E partiamo proprio da questo: dopo una lunga esperienza condivisa con il gruppo di Ginelli, su che cosa rivendica una discontinuità e su cosa invece vede una possibile continuità?
«Il mio assessorato era quello all’ambiente e al verde, sicuramente continuerò l’impegno che è stato di questi anni. Siamo qui in viale Reina (al gazebo elettorale dove lo intervistiamo, ndr)…ecco, anche questo è un esempio: vogliamo riqualificarlo con ciclabili, nuova illuminazione che renda più piacevole e sicuro il passaggio».

E la discontinuità?
«Prima di tutto nell’atteggiamento diverso di questo gruppo: qui c’è una collegialità delle decisioni, le decisioni vengono prese democraticamente da tutti. Continuo a ripeterlo: tutte le persone del mio gruppo dovranno mettere la testa nell’attività amministrativa, anche perché più occhi vedono meglio di due, c’è una maggiore capacità di vedere i bisogni e i problemi».

Come in ogni programma, c’è un’attenzione per tutte le aree e qualche proposta più specifica. Qual è secondo lei il punto centrale del vostro programma?
Abbiamo iniziato questo percorso con il confronto con i cittadini, abbiamo trovato tante problematiche. Il punto focale è l’attenzione alle famiglie, con due attenzioni particolare: quella verso i più giovani e quella verso gli anziani. Per quanto riguarda i bambini e i giovani, ci chiedono un intervento per l’asilo nido: ne hanno bisogno oggi per 90 bambini circa. Noi puntiamo sugli asili famiglia, strutture che oggi non sono presenti e che vorremmo sostenere con i fondi NidoGratis di Regione Lombardia: una possibilità che può dare anche sbocchi di lavoro interessanti. Poi c’è il caso delle famiglie che invece vedono i genitori anziani, con figli ancora costretti a lavorare fino a tarda età».

È un problema ormai quasi universale, in Italia. Come rispondereste?
«Con un progetto di una RSA, una struttura di circa 120 posti, da realizzare in project financing, anche in questo caso con un possibile ritorno anche dal punto di vista del lavoro. E con il vantaggio di mantenere i nostri anziani sul territorio»

Il project financing risolve il versante del finanziamento, se c’è un interesse imprenditoriale. Ma dove la realizzereste?
«È allo studio: un’ipotesi sono i 50mila metri di terreno dietro le scuole medie, ma si possono prendere in considerazione anche le aree dismesse».

Parliamo invece di opere pubbliche: qual è la vostra priorità?
«La riqualificazione del ponte di via Milano. Il progetto è già esecutivo, già approvato da RFI dieci anni fa, anche se forse qualcosa andrà rivisto, ad esempio per le nuove norme antisismiche. Si può pensare di partire nei mesi del 2019».

Il ponte è un’opera citata da molti candidati e sicuramente molto sentita. Al di fuori di questa, che altro intervento prevedereste, tra quelli prioritari?
«L’abbattimento delle barriere architettoniche, a partire da quelle che limitano l’accesso alla biblioteca. Faccio una battuta: siamo stati anche fortunati: Striscia la notizia è venuta per i problemi di accesso alle poste, che sta in un edificio privato, ma c’era anche una situazione complicata anche negli edifici comunali… Poi l’ammodernamento dell’illuminazione pubblica, che una volta rinnovata produrrà risparmi sui costi dell’energia. Un’ altra battaglia che porterò avanti la messa in sicurezza delle strade principali facendo pressione sugli enti gestori» (Provincia e Anas, ndr).

L’altro grande capitolo è quello dei servizi alla persona, tema in parte già toccato. Al di là di asilo nido e anziani, quali sono le altre esigenze primarie?
«Parto da un dato ISTAT, che dice che il Comune di Jerago ha il 20% della popolazione sotto il reddito di 10mila euro: sono persone che non hanno accesso a servizi privati come il centro medico Daccò o la famosa piscina. Parto da qui: voglio trovare accordi per accesso agevolato, per loro, e portando anche avanti le convenzioni per le casse professionali. Vogliamo poi fare un piano di diritto ai servizi. Poi la sicurezza: su questo vogliamo lavorare per l’ampliamento della Convenzione ad altri Comuni, passando però anche a una centrale operativa unica che liberi risorse».

Da dove devono venire le risorse per realizzare il programma? 
«Vediamo cosa faranno i governo… (sorride, ndr). Per quanto è di competenza del Comune vedremo come intervenire con Pgt sulle aree dismesse, può generare nuove risorse. Poi in generale con una revisione della spesa e delle leve fiscali».