«Solo il socialismo può cambiare l’Italia e dare il potere al proletariato. Astieniti se vuoi votare per il socialismo e il Pmli». La democrazia è borghese e il sistema è condannato, quindi nessun ricorso alle urne. Non è una posizione inedita, non ieri – l’astensione è posizione vecchia di un secolo e più – e neppure a Varese, dove già in passato (vedi qui) si erano affacciati quelli del Partito Marxista-Leninista Italiano, il più duro dei minuscoli partiti che si dichiarano leninisti.
Il Comitato centrale del PMLI ha adottato “un documento di riferimento per le masse proletarie”, quello che appunto si apre con il lungo titolo che apre questo articolo.
Un distillato di ortodossia, che condanna senza appello le formazioni borghesi, comprese quelle che si richiamano alla sinistra e quelle che più si rifanno al popolo sovrano del proprio destino: “I fatti dimostrano che nessun governo, anche se fosse guidato dal Movimento 5 stelle, da Liberi e uguali, da Potere al popolo, sarebbe in grado di fare cose diverse da quelle che impone il capitalismo poiché è il sistema economico e la classe al potere che decidono tutto. Votare i partiti del regime, che siano di destra o di ‘sinistra’, è quindi come votare il capitalismo e la classe dominante borghese, e lasciare le cose come stanno”.
L’alternativa? Per i marxisti leninisti è chiara: procedere verso “la rivoluzione proletaria” per abbattere il capitalismo, “instaurando il socialismo e dando il potere al proletariato”. Con l’astensione, che già gode di ampio credito, questo è indubbio (le ultime rilevazioni parlano di una “forbice” tra il 30 e il 35%)