Le voting machine del referendum per l’autonomia dello scorso ottobre sono entrate nella bufera dopo che alcuni articoli di questi giorni hanno fatto emergere la loro difficoltà di riutilizzo ad uso didattico nelle scuole.

Si tratta di un punto centrale della campagna referendaria dello scorso anno, ovvero quando il presidente Roberto Maroni aveva garantito che la spesa di 24 milioni per l’acquisto delle voting machine sarebbe stata in realtà un investimento perché sarebbero rimaste a disposizione delle scuole per la didattica.

In realtà sono emerse alcune difficoltà nell’utilizzarle in questo senso proprio perché non si tratta di normali tablet e inoltre il sistema operativo richiede alcune modifiche per essere utilizzato.. Su questo tema oggi è intervenuto il candidato governatore del centro sinistra Giorgio Gori:

«Sui tablet alle scuole la Regione sta facendo una pessima figura. Le scuole fortunate che li hanno ricevuti li trovano scomodi e poco utili, perché pesanti, ingombranti e dotati di un sistema operativo open source che non tutti sanno come usare. Sono stati spesi 23 milioni di euro per queste voting machines, e Maroni aveva giustificato la spesa dicendo che sarebbero andati alle scuole. Io credo che sia stata solo un’operazione d’immagine, purtroppo fatta ai danni di studenti e professori. Dalla Regione davvero un brutto esempio».