Si presentano circondati dalle parole d’ordine di “Salvini premier”, i candidati della Lega Nord per il Pirellone e per il Parlamento. Da un lato il messaggio rassicurante della “rivoluzione del buonsenso”, dall’altro le parole forti di un cambio di rotta radicale su certi temi: stop alla legge Fornero, stop ai clandestini, un cambio radicale con la flat tax, la tassazione identica per tutti.

«Dal 2013 la campagna elettorale non si è mai interrotta» rivendica Matteo Bianchi, segretario provinciale e candidato alla Camera, presentando nomi e volti, «volti noti perché arrivano dal basso, dalle sezioni, dall’esperienza nelle amministrazioni locali».

Ci sono i sindaci (e assessori) nelle liste per Camera e Senato. Il primo cittadino di Samarate Leonardo Tarantino, ad esempio: «ho 47 anni, metà passati facendo politica e in amministrazione. Arrivo con la maturità di una persona che ha dedicato così tanto della sua vita a questi temi». C’è Dario Galli, sindaco di Tradate al secondo anno di mandato. E ancora Isabella Tovaglieri, trentenne assessore e vicesindaco a Busto: «dobbiamo essere al governo per essere incisivi, per riportare ordine e ad avere risorse a livello locale».

Nelle liste anche Stefano Candiani, reduce da un mandato da senatore, che lancia il tema poi ripreso anche da Giancarlo Giorgetti: «Solo con una trazione Lega si può garantire l’attuazione dell’autonomia in Lombardia». Giorgetti, parlamentare di lungo corso, spiega che in questo senso va inteso quel “Salvini premier”: vista la legge, va detto che il nome del presidente del consiglio verrà dagli equilibri tra i partiti e dall’alleanza che riuscirà a ottenere numeri sufficienti. «Diciamo “Salvini premier” perché abbiamo già influenzato il programma di coalizione su temi come flat tax e no clandestini, ma vorremmo arrivare primi nella competizione nel centrodestra per contare di più».

A completare i nomi in corsa per il Varesotto, poi, c’è anche Erica Rivolta di Erba, il nome della Lega al Senato nella zona di Busto, per la strana circoscrizione che comprende il Bustese e il Comasco.

C’è, infine, Stefano Gualandris, residente in Svizzera ma gallaratese di origine, candidato nella circoscrizione Europa e Turchia. Che si rivolge ai parenti degli expat, gli italiani all’estero: «la Lega tenterà di migliorare le leggi e riportare un po’ di cervelli e manodopera specializzata in Italia».

Lega Nord candidati di Varese al consiglio regionale

Se a Roma si promette di cambiare tutto su molti temi, nel caso della Regione i candidati si trovano ovviamente a difendere o rivendicare il lavoro fatto fin qui. «Tra le nostre parole c’è anche Asili gratuiti: Regione Lombardia lo fa già, con 15mila famiglia oggi beneficiarie, famiglie lombarde e di lavoratori» dice ad esempio Francesca Brianza, prima consigliere e poi assessore regionale nel mandato appena concluso. «Prima i nostri, come abbiamo già fatto in questa legislatura, penso a quanto fatto per le case popolari» rilancia Emanuele Monti, che lancerà la sua campagna in stazione a Varese, «dove i clandestini hanno protestato per i loro diritti, noi vogliamo esattamente il contrario».

Ci sono gli amministratori: il sindaco di Sesto Calende Marco Colombo usa metafora sportiva dicendo di voler giocare «in un campionato di categoria più alta», dopo aver fatto da capitano alla sua squadra nella cittadina in riva al Maggiore. Ci sono Rosa Ferrazzi («ho iniziato a occuparmi di Lega nel 1995») e Pierangela Vanzulli, da Gerenzano-Saronno («La lega nord da risposte da trent’anni alla gente»), Tiziana Bortot che rappresenta il nord della provincia. Giuseppe Longhin dice che «Il Ps ha dimostrato di non saper governare. Noi abbiamo ripreso Saronno e Gallarate, lavoriamo per riprenderci Varese». «La Regione ha fatto tanto – conclude Giampiero Reguzzoni – è vergognosa la campagna del candidato del centrosinistra».

E i leghisti si schierano a favore del varesino non presente, Attilio Fontana oggi impegnato su altri territori come candidato presidente. «Qui a Varese – dice Matteo Bianchi – siamo noi che dobbiamo tirargli la volata, mentre lui deve battersi contro la campagna subdola e faziosa del candidato del centrosinistra». Riferimento alla visita di Gori (ma si sono visti anche quelli del M5S) a Pioltello e nel Cremasco, dopo il deragliamento di una settimana fa.

 

Roberto Morandi