Gunnar Vincenzi presidente della Provincia di Varese e sindaco di Cantello, si candida in Regione con la lista Gori Presidente.

Perchè?
“Sono quasi in dirittura d’arrivo come sindaco e come presidente della Provincia. Mi si aprono altre possibilità. Gori mi ha appassionato subito, per la ventata di novità che propone e che la regione necessita. Quando mi ha chiesto disponibilità ho accettato di buon grado. Vorrei contribuire al rinnovamento della regione dopo 23 anni di centrodestra, così come ho già fatto quando la Provincia di Varese è passata al centrosinistra con la mia presidenza”.

Lei è un civico ma non è mai stato iscritto al Pd, c’è distinzione?
“Non sono mai stato iscritto per mia scelta. In fondo ho tenuto fede a un patto con i cittadini di Cantello, mi ero proposto come uno che sa ascoltare persone anche di diversa provenienza politica. E la capacità di fare sintesi è servita anche per diventare presidente”.

Politicamente come si colloca?
“Apprezzo il lavoro dei partiti però. Credo in un centrosinistra moderato, di governo, europeo, di respiro progressista e riformatore. Che non resti fermo a vecchie logiche, ma sia al passo coi tempi, come gli altri centrosinistra d’Europa. Apprezzo tuttavia anche le battaglie dei radicali. Emma Bonino, come figura politica, è tra quelle che stimo”.

Un presidente della Provincia può dare qualcosa in più?
“Sì, la mia esperienza amministrativa è stata una grande palestra per conoscere il territorio e la macchina decisionale”.

Che fare sui temi rilevanti?
“Alptransit è importantissimo e le sue opere fondamentali per la crescita del nostro territorio, lo stesso Malpensa. Vanno conciliati con l’ambiente, i cittadini e chi ci abita. E poi c’è il turismo”.

Che ruolo vede per Varese in Lombardia?
“Qualcosa di diverso rispetto a oggi. C’è molta industria, ma vedo uno spazio incredibile per il turismo, un tesoro che non è mai stato sfruttato. Soprattutto nella parte nord, ma non solo: tra i beni Unesco, monasteri, via Francisca, mobilità dolce, piste ciclopedonali”.

E le infrastrutture?
“Sulla Pedemontana sono d’accordo con Gori quando dice che deve fermarsi a Limbiate e dunque essere accorciata. Ma vorrei dire che il secondo lotto della tangenziale di Varese, che non è finanziato, non credo sia necessario. Basterebbe potenziare la strada che sale dalla Folla di Malnate al valico, congiungendola meglio con la tangenzialina. Il secondo lotto sarebbe la rovina del territorio, a Cantello, perché distruggerebbe tutte le piantagioni di asparagi. E poi va detto che già oggi la ferrovia Lugano Varese sta facendo diminuire il traffico”.

Lei è un sindaco di confine, che pensa del contrasto con gli svizzeri? 
“E’ un tema che mi tocca personalmente. Ho la doppia cittadinanza, perché mia madre era di Zurigo. Mi piacerebbe poter dare un contributo a Gori su questo tema. Nuove relazioni con il Canton Ticino sono necessarie, e devono essere improntate al ritorno economico ma anche all’interesse ambientale dei nostri territori e al rispetto della dignità dei lavoratori. L’Accordo Lombardia-Canton Ticino sul commercio degli inerti, ad esempio, è una cosa vergognosa, che stimola il commercio di sabbia e ghiaia agli svizzeri, ma ci vede penalizzati perché i camion tornano in Italia con i loro rifiuti industriali”.

Come difendere i frontalieri?
“Beh, quelli che dicono prima gli italiani qui da noi, sono gli stessi che a Lugano dicono prima gli svizzeri. La Lega, che ha un rapporto con la Lega ticinese, vuole difendere i frontalieri? Non mi pare proprio sia così.  La dignità dei lavoratori italiani e il rispetto delle persone deve valere anche in Svizzera”.