Zone economiche speciali per le zone di frontiera, ma anche ascolto dei territori e comprensione di un fenomeno complesso come è quello del frontalierato.
Sono stati questi i temi al centro di un incontro organizzato questa mattina a Porto Ceresio da Jenny Santi, candidata per il Consiglio regionale della Lombardia con la Lista Fontana.
Con lei Clara Gallazzi di Busto Arsizio, anch’essa candidata con Fontana, e il responsabile dell’Associazione Frontalieri Ticino Eros Sebastiani. L’invito per il confronto era stato esteso a Giorgio Gori, candidato presidente della Regione, che però ha risposto di non avere più spazio in agenda nell’ultima settimana di campagna elettorale.
«L’idea per questo confronto è nata da un’intervista proprio di Giorgio Gori in cui il candidato presidente si diceva d’accordo con la doppia imposizione per i frontalieri – ha spiegato Jenny Santi – Siccome è un tema molto importante per il nostro territorio volevo confrontarmi con lui per approfondire la questione delle doppia imposizione, ma anche per discutere di economia nelle zone di frontiera e della necessità di facilitare il ritorno in Italia delle nostre aziende che hanno scelto di lavorare in Svizzera».
«Le oltre 4mila aziende che si sono spostate in Svizzera negli ultimi cinque anni sono un dato allarmante – ha detto Clara Gallazzi – L’istituzione delle Zes, le Zone economiche speciali nelle fasce di confine delle province di Varese e Como, con agevolazioni fiscali per le imprese, potrebbe essere un incentivo importante».
«Sul tema dei frontalieri occorre essere uniti – ha spiegato Eros Sebastiani – ma serve anche l’ascolto dei territori, perché è un tema molto legato alle diverse situazioni: i frontalieri che lavorano in Svizzera hanno problematiche differenti da quelli liguri che vanno a lavorare in Francia o da quelli romagnoli che vanno a San Marino. Bisogna inoltre comprendere che la questione non è solo dei lavoratori, ma riguarda tutto il territorio. Basti pensare alle risorse che derivano dai ristorni dei frontalieri, che si traducono in servizi, strade e sicurezza nei paesi di confine».
«Proprio per questo – ha concluso Jenny Santi – voglio rivolgere un appello a tutti i candidati: chiunque vinca non si dimentichi mai il confronto e il dialogo con i territori, perché solo dall’ascolto e da una conoscenza profonda delle singole peculiarità territoriali può nascere la conoscenza necessaria per risolvere i problemi in modo efficace».