Un incontro semplice, tra militanti e cittadini curiosi di conoscere i candidati del Movimento. La campagna elettorale del Movimenti Cinque stelle si è conclusa nell’aula magna della scuola Fermi nel centro di Fagnano Olona.

Sul palco tra chi corre per le regionali e chi per le politiche sono saliti in dodici. Insieme con la consigliera regionale uscente, Paola Macchi, tutti volti nuovi e il più conosciuto era Gianluigi Paragone. A lui il compito di fare una sintesi della situazione politica. Per farlo ha preso a prestito, in omaggio anche alla Genova di Beppe Grillo, un’espressione amata da Fabrizio De André.

“La campagna elettorale – ha esordito il giornalista varesino – in terra lombarda è come andare in direzione ordinaria e contraria.
Per noi è più difficile fare un risultato e il nostro sogno pesa di più sulle nostre spalle. Qui la battaglia con questa legge elettorale è quasi impossibile, ma la sfida è più interessante. Il cartello di potere non può durare a lungo e prima o poi dovranno dire ai cittadini se hanno fatto qualcosa oppure no. A Varese nel 2016 ho sfidato la Lega a raccontare cosa avevano fatto, e non sono stati capaci di dare risposte. Noi dobbiamo entrare di più nelle realtà territoriali e dobbiamo farci conoscere in modo capillare”.

Prima di Paragone era stato il turno di sei degli otto candidati alle regionali. Tutte persone che si sono affacciate alla politica grazie alla passione trovata nel M5S.

Tia di Castellanza ha aperto gli interventi. “Siamo la vera alternativa in un paese che non ha più speranze. Voglio cambiare e mi sono impegnata per il lavoro. Vanno riformati i centri per l’impiego. Valorizziamo il turismo”.
Cristina Alvieri: “Sono una imprenditrice da 30 anni, subito dopo il diploma. Sono una mamma di due ragazzi adolescenti. Ora per tutti è il momento di scegliere per una Lombardia diversa”.
Givago Cutillo: “Ho incontrato un ragazzo che non era del movimento che poi mi ha ricontattato dicendo che era colpito dal fatto che noi fossimo davvero tra la gente. Sono impegnato nel mondo del sociale e dei giovani”.
Alberto Lucchese: “Arriviamo da un vaffa day dieci anni fa. Non ci hanno ascoltato e ci hanno costretto a scendere in politica. Come cittadini normali e piano piano siamo entrati nella politica. Dopo sette anni nelle istituzioni ci troviamo qua per entrare nelle istituzioni e dare una mossa. In Accam dove eravamo a manifestare non c’era nessuno dei politici. Noi vogliamo rappresentare i cittadini”.
Mirko Bresciani: “Sono nel M5S perché crediamo nella democrazia condivisa. La politica deve essere umiltà. Noi portiamo sobrietà. Il reddito di cittadinanza è come un reddito di formazione per chi ha problemi di lavoro. La società la cambiamo solo se passiamo attraverso le persone”.


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