Fuori dalla contesa elettorale, quelli del gruppo “Noi ci siamo” – in area centrosinistra – probabilmente neppure esprimeranno una scelta. Più che per delusione, per critica ai tre candidati sindaci che si sfidano alle urne.
«Trasparenza è la parola più abusata in questa campagna» esordisce Walter Girardi, che per un paio di settimane è stato il candidato sindaco in pectore del gruppo Noi ci siamo, prima dell’annuncio che il gruppo avrebbe rinunciato. E Girardi fa subito un esempio della delusione emersa dai tre candidati: «Dopo la nostra richiesta perché aderissero alla Carta di Avviso Pubblico, i tre candidati prima hanno dichiarato che avrebbero aderito, ma poi nessuno dei tre l’ha fatto».
Quelli di Noi ci siamo tornano alla carica soprattutto su un elemento: l’urbanistica. Perché è un tema delicato a Lonate (fino all’aspetto penale, che ha inguaiato l’ex sindaco Rivolta a maggio 2017), ma anche perché per Noi Ci Siamo è la prova che non esiste discontinuità politica con le scelte di oggi, tra i candidati sindaci. L’obbiettivo polemico è soprattutto la lista civica Uniti e Liberi, per la presenza di Giancarlo Simontacchi, già assessore all’urbanistica e oggi candidato consigliere, vicesindaco designato (ma non assessore all’urbanistica, assicura Nadia Rosa che ha annunciato prima la sua giunta).
Il gruppo con Giacomo Buonanno, Donato Brognara, Walter Girardi, Giovanni Canziani l’ha sottolineato più volte: è mancata l’analisi sui problemi di Lonate, che vengono «da molto lontano», dal 2004 in avanti. «Prima con l’amministrazione Gelosa, con l’assessore Simontacchi e Risi, abbiamo visto una serie di interventi discutibili, i cui lavori finivano spesso al solito studio, la Proget srl (di Fulvio Rivolta, fratello del sindaco)». Citano il caso del “Pirellino“, che «doveva essere un “biglietto da visita” per Lonate e invece è diventato un “biglietto di degrado», o l’intervento di fronte alla chiesa vecchia di Sant’Antonino, rimasto semincompiuto e orfano della parte pubblica legata all’intervento: «Un privato doveva realizzare i nuovi studi medici per Sant’Antonino, un progetto mai concluso». O ancora il «bluff» dei capannoni Marcegaglia mai decollati e il Piano d’Intervento che doveva portare a un nuovo hotel a Tornavento.
È su questo scenario d’incompiute e mezze speculazioni che Noi ci siamo attacca Simontacchi, che peraltro diede l’addio al centrodestra di Rivolta nel 2014: «chi cerca di dipingersi come estraneo, ha ben condiviso queste politiche» dice Walter Girardi. «Sue erano le scelte politiche, anche se va detto che il futuro assessore al bilancio di Uniti e Liberi, cioè Angelo Ferrario, aveva definito Rivolta “assessore ombra”. Non stiamo dicendo che ci siano cose penalmente rilevanti, ma presentarsi come quello che non ha nulla a che fare con un certo periodo, beh, lascia un po’ perplessi».
Rispetto ai programmi dei candidati, compreso quello di Uniti e Liberi, quelli di Noi ci siamo dicono che «manca una visione strategica, ci sono dichiarazioni generiche e generali»: «troppo generiche, con un approccio che va bene per altri Comuni, ma non per Lonate». Ok. Ma allora cosa avrebbero fatto quelli di Noi ci siamo, se avessero partecipato alla corsa? «Avremmo fermato tutte le aree di espansione che prevedono consumo di suolo, come il mappale 12 a Tornavento» risponde Girardi. «Sul Centro Sportivo avremmo detto chiaro e tondo che se c’è una zona dove non costruire è proprio quella oggi prescelta. Poi avremmo ragionato con i privati che fin qui hanno pagato le tasse, ma scelta di trasparenza sarebbe stata non fare il centro sportivo. Sulle case delocalizzate ci saremmo aspettati dichiarazioni più specifiche, ci voleva più convinzione».
Manca una settimana – appena di più – alle elezioni. Ma quelli di Noi ci siamo andranno a votare? L’ex sindaco Giovanni Canziani dice apertamente che no, non andrà. Mentre Girardi dice che «al 99%» andrà alle urne, ma che non voterà «nessuno dei tre».