Emilio Aliverti – manager in una società in Svizzera – è il candidato nel segno della continuità, per proseguire e rilanciare le azioni già avviate negli anni delle due amministrazioni di Giorgio Ginelli, di cui era assessore. «Essendo in continuità con l’esperienza dei dieci anni precedenti con Giorgio Ginelli, per tante cose si tratta di un naturale completamento» spiega quando chiediamo gli elementi su cui intende muoversi – appunto – in continuità. «Partiamo da un bilancio solido, con un avanzo consistente che consente di avviare le opere in programma e che ha una imposizione fiscale relativamente più bassa anche rispetto ai Comuni contermini. Penso ad esempio alla Tari (la tassa rifiuti, ndr) e al lavoro fatto per famiglie e categorie commerciali particolarmente colpite da avete governo Monti. Avendo il bilancio “in forma” – siamo il 19esimo comune di Lombardia per salute del bilancio – abbiamo già predisposto opere che potranno trovare attuazione».
Qual è per voi la priorità su questo versante, quello delle opere pubbliche?
«Progetto strategico e prioritario è la ciclopedonale che attraversa la ferrovia sul ponte di via Milano, da realizzare con una passerella a sbalzo, in legno, lungo la via. Un progetto che è già in graduatoria di Regione Lombardia, pronto, con tanto di approvazione di RFI, e che prevede anche la salvaguardia di quasi tutti gli alberi fino al punto di immissione nei dintorni della stazione. È un progetto che non si può realizzare in un’unica soluzione, ma riteniamo fattibile realizzarlo in due lotti: in tre anni, complessivamente, contiamo di completare l’opera. Con l’intervento del centro medico con Fondazione Daccò, insieme alla sistemazione dell’area stazione attuata insieme a Cavaria, diventa un tassello in più per rendere più vivibile e sicura. Di qui abbiamo poi l’idea di proseguire sulla via Cicognera verso via Grandi, creando un anello per chi vuole correre nel verde e con una vista su Orago».
L’intervento sulla viabilità si ricollega anche al Piano di Governo del Territorio: cosa prevedete sul versante dell’urbanistica?
«Sono mutati i tempi e il mercato, si sono evolute le esigenze e ora c’è anche una legge regionale sul consumo di suolo. Uno degli aspetti riguarda il vincolo ancora esistente per la realizzazione del tunnel che avrebbe dovuto connettere la ferrovia da Varese con quella per Malpensa: l’opera è ormai superata, ma il vincolo c’è ancora. Ci aspettiamo – una volta rimosso il vincolo – di poter rivedere il Pgt modificando le aree di trasformazione per rendere più appetibile l’intervento sulle zone dismesse, in particolare sull’asse di via Milano».
Al di là della questione di via Milano – un tema che torna spesso nel dibattito – quali altri interventi prevedete sui lavori pubblici e sul patrimonio?
«Per quanto riguarda le scuole, va detto che gli interventi godono della possibilità di accedere a percorsi in termini di uso delle risorse. Ne abbiamo sempre usufruito al massimo, conosciamo le possibilità per esplorare queste occasioni. Oggi abbiamo due diverse possibilità, regionali e nazionali, e partendo da qui vogliamo realizzare in particolare alcuni progetti. Come gli atelier creativi nelle due scuole elementari, aule dove si lavora a gruppi, con dotazioni tecnologiche avanzate, che abbiamo visto applicate ad esempio a Venegono Inferiore con il sindaco Premazzi. Sullo sport abbiamo sempre puntato molto: abbiamo rifatto il cosiddetto “pallone”, abbiamo aperto due palestre di roccia, ora alle scuole medie vorremmo realizzare un campetto da calcetto in sintetico nel cortile della scuola, uno spazio che può essere poi usato anche dalle associazioni sportive. Poi più in generale proseguiremo con la messa in sicurezza e messa a norma, ad esempio sostituendo le porte alle medie, con nuovi accessi che siano utilizzabili in pieno anche dai disabili».
Ecco, il settore della spesa sociale è un altro grande capitolo. Quali le priorità secondo voi?
«Il sociale sarà, sono sicuro, il fiore all’occhiello dei prossimi cinque anni. Abbiamo in mente iniziative che riteniamo importanti: ci sarà un assessorato dedicato alla famiglia, affidato ad Anna Carnini (che avrà anche istruzione, sociale, famiglia, oltre che il solo di vicesindaco). C’è poi un Bonus Bebè, che sarà la prima iniziativa che vogliamo costruire: uno strumento per tutti i nuovi nati o adottati, non legato al reddito, per quanto possibile. Uno strumento per il sostegno alla natalità, un tema sempre più drammaticamente urgente. Confermiamo poi gli altri strumenti, come il quoziente famigliare, contributo asilo nido, il sostegno alle scuole infanzia, le scelte sulla Tari. Auspichiamo che si possa avviare una “classe primavera” anche all’asilo di Orago. L’altra idea centrale è poi il Tavolo del sociale, per mettere intorno tutte le “sentinelle” sul territorio che possono segnalare un disagio: pur consapevoli della delicatezza e necessità di riservatezza, è importante passare a una periodicità certa, per far sì che nessuna situazione di disagio rimanga senza risposta. È un lavoro già impostato oggi, ma da formalizzare ed estendere soprattutto alle scuole».
Tornando un po’ al tema iniziale – una candidatura che si pone in continuità con i due mandati precedenti – quali sono le scelte su cui ritiene che ci siano stati errori o mancanze?
«Non parlerei di errori, quanto di elementi da potenziare. Sicuramente metterei tra questi la necessità del tavolo del sociale, reso evidente in questi anni e che mettiamo appunto tra le priorità. C’è poi il tema del gemellaggio: sindaco e vice saranno impegnati attivamente con l’associazione JoEuropa, una associazione ha fatto un percorso con forte legame con le scuole e i ragazzi. Lo dico anche da persona che ha lavorato e lavora in aziende con tante nazionalità diverse: la possibilità di scambiare e conoscere è una opportunità che non si può perdere».