Quarant’anni di carriera, grande report di guerra, autore di tanti libri e amante della cucina. Toni Capuozzo è arrivato a Varese accettando l’invito di Luca Marsico non per un incontro elettorale, ma per raccontare un pezzo della sua storia.
“Sono venuto con piacere perché ho una grande stima di Luca, una persona attenta e sensibile che sa ascoltare gli altri. Viviamo un’epoca che spesso parla della solidarietà, ma poi concretamente non fa le cose concrete”.
Capuozzo è stato intervista dal nostro direttore. “Sono nato in Friuli nel 1948 e in tutti questi anni ne ho viste di cose. Il mondo è cambiato profondamente e mi devo moderare perché mi verrebbe da dire quella frase tanto fastidiosa che rischia di farti sentire vecchio. Comunque la cosa che meno mi piace di questa epoca è il correre continuamente, si approfondisce meno e questo riguarda tutti e tutto. Da ragazzo eravamo poveri ma felici. Oggi mi sembra che non sia più così. Si brucia tutto, un po’ come nei consumi”.
Anche le guerre sono cambiate radicalmente. “Ho le spalle larghe, – ha proseguito Capuozzo – ma non amo raccontare cosa ho visto, la brutalità, la sofferenza. Le guerre sono terribili, e oggi ancor di più, perché a differenza di cento anni fa, i soggetti più colpiti sono i cittadini e non gli eserciti. Inoltre il terrorismo internazionale colpisce luoghi comuni proprio per generare paura e terrore. Non ci sono dichiarazioni di guerra con soggetti chiari”.
Capuozzo ha una posizione dura con chi governa rispetto ai temi dell’immigrazione. “Il Papa fa bene a dire alcune cose, ma io non sono d’accordo. Non possiamo accogliere tutti. Io a casa mia posso ospitare solo alcune persone perché non ho spazio. La Chiesa accolga lei. Oggi la politica non ha più buon senso perché ci raccontano cose come vogliono loro. Gran parte dei migranti non sono qui per ragioni legate alle guerre, ma per tutt’altro e non si può continuare a prendere per fessi i cittadini”.