«Mi sento di dire solo una cosa ai cittadini di Azzate che, come me, andranno a votare il 10 giugno: valutate i candidati sindaco su quello che fino ad oggi hanno fatto per il paese. Non sono tre sconosciuti, tutti e tre hanno già avuto ruoli nell’amministrazione presente e passata. Ecco: fermatevi a pensare, poi votate».
Lucia Marangon, assessore ai Servizi Sociali, e prima a quelli educativi, della giunta Bernasconi è stata a lungo in silenzio a guardare “le grandi manovre” pre-elettorali. E’ rimasta alla finestra dopo aver lavorato per cinque anni e aver speso parecchie energie in un progetto in cui credeva davvero, almeno all’inizio. Perché? Lo spiega senza nascondere un po’ di amarezza e la delusione per un finale che non è stato con i fuochi d’artificio: «In molti mi hanno chiesto il motivo per cui non mi candido e non intendo rimettermi in gioco: la risposta è semplice, non mi sento di accodarmi alle liste, per ora tre, che si presenteranno perché nessuna di loro mi rappresenta fino in fondo. Comporre un’altra lista non aveva senso avrebbe solo aumentato la confusione. Tre candidati che già siedono in consiglio comunale, tranne Arioli che da un po’ di tempo siede tra il pubblico in segno di protesta, sono fin troppi. Speravo in un volto nuovo».
Già, la protesta. Un malumore nato da una serie di ribaltoni, o meglio rimpasti politici, con cambi di ruoli e dimissioni che non hanno certo agevolato la macchina amministrativa.
«Non è difficile spiegare quel che è successo. Il progetto di Vivi Azzate dopo due anni e mezzo di governo già era tramontato. Il principio su cui si fondava, ovvero il coinvolgimento della popolazione, non è mai stato messo in pratica. Alcune cose erano oggettivamente difficili da realizzare, ad esempio dare deleghe esterne, ma qualche assemblea pubblica in più, e qualche tentativo di semplificare le cose per avvicinare il cittadino e coinvolgerlo, si potevano fare».
L’accusa della Lega, e non solo della Lega, è che per cinque anni ci sia stato un uomo solo al comando, Gianmario Bernasconi, che ha accentrato su di sé incarichi e poteri.
«E’ corretto – risponde Marangon – ma soltanto in parte. Io ho avuto parecchia autonomia nei miei settori, scuola prima e servizi sociali poi, ma è anche vero che molti grandi progetti non sono stati condivisi e il sindaco si è mosso spesso senza consultare gli altri. Davvero un grosso errore.
Diciamo anche che la Lega muove accuse assurde considerato che per cinque anni in pratica non ha fatto nulla: la minoranza è stata assente non ha mai fatto opposizione vera, mai fatto osservazioni di sostanza. Silenzio assoluto. Pensare che adesso vogliano governare un po’ mi lascia perplessa».
Quali sono i temi su cui questa amministrazione si è mossa bene?«Abbiamo lavorato bene in rete con gli altri comuni, al di sopra dei colori politici. E di questo vado molto orgogliosa – risponde Lucia Marangon – Il piano di zona è la sfida del futuro: tutela dei minori, assistenza ai disabili saranno sempre più affidati ai Comuni ed Azzate è capofila. Bisognerà prepararsi al meglio per fornire le risposte giuste. Fino ad ora ci siamo riusciti. Avrei invece voluto risolvere il risolvere la questione del punto prelievi: avremmo dovuto trasferirlo in un luogo migliore ma non siamo riusciti a individuarlo. Speriamo in futuro».
L’ultima domanda è ovvia: cosa farà adesso? «Non intendo ritirarmi a vita privata. Vigilerò con attenzione sull’operato della nuova amministrazione, sarò un occhio esterno critico, ma cercherò anche di mettere a frutto questi anni di esperienza che per me sono stati davvero importanti. Insomma non si libereranno facilmente di me. Ora sono più libera ed indipendente e una cosa è certa: ho le idee ben chiare su cosa occorra per migliorare questo paese».